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Food storytelling: esempi concreti di digital food marketing.

FOOD_STORYTELLING

Food storytelling è saper utilizzare il potere delle immagini e delle parole, raccontando la preparazione di un piatto o l’atmosfera che si respira all’interno di un locale in modo coinvolgente, immediato e facilmente condivisibile.
Non è magia ma strategia, una parte del 
digital food marketing che ci piace costruire insieme al cliente. 

Lo storytelling non è solo l’arte di raccontare una storia, deve avere anche uno scopo, raggiungere un obiettivo (fuffa free) e si deve modulare in base a questo.
Diverso, infatti, è lanciare e curare una start up food, come abbiamo fatto ad esempio con Berberè o Born to Bake – Accademia della pizza), rispetto a trovare parole e immagini giuste per un progetto già riconosciuto, come nel lavoro che abbiamo svolto con lo chef Massimiliano Poggi; ancora differente è la strategia per un lancio di un nuovo prodotto, come ci è capitato di fare per il ristorante Vecchia Malga dell’Aeroporto di Bologna. Ora ti raccontiamo perché è importante fare food storytelling e come lo abbiamo fatto noi. 
Partiamo dalle basi. 

Perché il food storytelling funziona?

Il potere delle parole: tone of voice e copywriting food .
Da sempre le storie appassionano. Il food storytelling avvicina le persone, le coinvolge emotivamente e questo fa in modo che sia più facile ricordare il nome di un’azienda, di un brand o di un prodotto.
Costruire una narrazione efficace significa quindi concentrarsi sui punti che differenziano un brand o un prodotto rispetto agli altri e sfruttare queste unicità per dare maggiore impatto al racconto.
Più siamo coinvolt3 emotivamente, più la storia e i suoi insegnamenti ci restano dentro e ci spingono ad agire.
Non vuoi fare storytelling? Qualcunə nel bene o nel male lo sta già facendo per te. Perché la gente si fa un’idea di te o della tua azienda.

Il potere del visual food storytelling.
“La gente ricorda l’80% di ciò che vede e il 20% di ciò che legge” diceva il sociologo William Glasser.
La parte visuale nel cibo, insieme alle parole riesce a stimolare incredibilmente i sensi. Quante volte ti sarà capitato di sentire quella sensazione di acquolina in bocca alla sola vista della foto di una pizza? ​Per questo nei nostri progetti di food storytelling dedichiamo un’attenzione particolare alla realizzazione degli shooting fotografici. 

Come fare food storytelling?

Sfatiamo un mito: non esiste una ricetta magica di food storytelling uguale per tutto.
In questi anni ci siamo occupate di diversi progetti nel mondo food e quello che abbiamo imparato è che per avere buoni risultati è importante creare una strategia di food storytelling che tenga conto di 4 elementi:
1)  elementi di unicità e riconoscibilità del brand;
2)  target di riferimento
3) fase di vita in cui il brand è e dove vuole posizionarsi;
4)  risorse, economiche ma non solo, a disposizione.

E quindi da dove si parte?

Per realizzare un piano di contenuti sia visuali che testuali utili a creare uno storytelling coinvolgente ed emozionante bisogna partire dall’essenza del progetto, dai suoi elementi di unicità, insomma dalla personalità del brand.

L’immagine, il tone of voice e perfino la scelta del font grafico devono veicolare una storia e devono farlo in maniera coerente con lo stile narrativo che ti contraddistingue, che rispecchia la tua filosofia di cucina, i servizi che offri, il tuo brand e la tua identità. Devono renderti  riconoscibile sempre, anche in contesti diversi: dal logo al menu, dai social alla comunicazione in store, fino alle immagini utilizzate nell’ufficio stampa per promuoverti nei media.
Altrettanto fondamentale è la scelta degli strumentisito web, pagine facebook e instagram, profilo youtube e attività di media relations.
Non tutti gli strumenti servono al tuo obiettivo e vanno dosati anche in base al pubblico che vuoi raggiungere. 

Come facciamo noi food storytelling: esempi, casi e risultati

1) Food storytelling per un nuovo progetto di imprenditoria food
Seguiamo la comunicazione e il marketing di Berberè da ormai più di 10 anni, quindi fin dalla sua nascita. Abbiamo modificato nel tempo la strategia di food storytelling in coerenza con l’evoluzione del brand ma anche quella dei tempi. Nel 2010 una pizza con lievito madre vivo era inconsueta, per cui tutto il food storytelling che avevamo creato era volto a sottolineare sia nelle foto che nei copy l’alta qualità delle materie prime e il lavoro artigianale che c’era dietro, evitando l’idea di gourmet che non corrispondeva al posizionamento del brand. Con la crescita di consapevolezza della clientela e i cambiamenti comunicativi (10 anni fa non esistevano stories e influencer!) lo storytelling è cambiato. I testi e le foto sono diventati più pop, divertenti, colorate. Continuiamo a valorizzare i punti di forza di quella che ne frattempo è diventata una insegna internazionale di pizzerie da lievito madre, ma lo facciamo in maniera diversa.
Nel 2019 e 2020 abbiamo lavorato per Born to Bakeprogetto che vedeva la creazione di un’academy per futuri panificatori e panificatrici, pizzaioli e pizzaiole, prevedendo anche la vendita diretta dei prodotti realizzati. Abbiamo lavorato partendo dal target desiderato: giovani appassionat3 di cucina. Ci siamo occupate del naming del progetto, della strategia social, dei testi, della direzione artistica di video e foto per il sito. Da dove siamo partite? Tutto è stato improntato ad uno stile giovane e frizzante che ricordava i talent show come X Factor. 

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2) Food storytelling per una realtà già avviata. 
Diverso è stato il caso con Massimiliano Poggi, uno dei più noti e stimati chef di Bologna con cui abbiamo lavorato nel 2019​. Il nostro intervento è stato quello di trovare il linguaggio testuale e fotografico adatto a descrivere nel sito e nei social il lavoro dello chef. Abbiamo lavorato sui cardini della sua filosofia, cercando di creare contenuti non solo belli, ma soprattutto evocativi, emozionali.  
Altro caso è stato il lavoro con Bio’s Kitchen, una realtà consolidata in Romagna che ha un proprio ristorante biologico a Rimini da diversi anni. Nel 2017 il brand apre un locale anche a Bologna e ci coinvolge per il lancio attraverso un rebranding di immagine, la comunicazione in store, il piano advertising con media tradizionali e social network, l’attività di ufficio stampa sui media locali e nazionali. A differenza del pubblico della città romagnola quello bolognese era molto più consapevole di che cosa fosse una cucina biologica a base vegetale, e molto esigente a livello di informazioni, per questo il linguaggio e la strategia sono state modulate sul nuovo target felsineo.  

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3) Food storytelling per il lancio di un prodotto.
Nel 2019 siamo state chiamate dal Gruppo Vecchia Malga per occuparci del lancio di un nuovo piatto nel loro ristorante all’interno dell’Aeroporto di Bologna. Si trattava di una ricetta iconica della città delle Due torri: le tagliatelle al ragù ideate dallo chef Massimiliano Poggi. Qui ci siamo occupate del copy e della grafica degli strumenti promozionali, del lancio sulla stampa nazionale e locale.
Come abbiamo fatto? Abbiamo deciso di giocare con il falso mito degli Spaghetti alla Bolognese, e costruire la narrazione dell’evento su tre icone bolognesi: la tagliatella al ragù, Massimiliano Poggi e il comico Vito. Insieme con i clienti abbiamo deciso di battezzare l’evento “Spaghetti or not? Un souvenir di Bologna” e per coinvolgere i media abbiamo organizzato un press tour tutto attorno al mito degli Spaghetti alla Bolognese, in collaborazione con Bologna Welcome. Una giornata che è stato molto apprezzata e ha portato a diverse pubblicazioni.

Hai un progetto nel mondo food e vuoi trovare il modo giusto di raccontarlo? Noi possiamo aiutarti. 

Ti vogliamo raccontare un po’ di casi che abbiamo seguito.

Vuoi una consulenza sulla tua comunicazione di genere? Scrivici, troveremo delle idee insieme.