Per uno stand fiera che si faccia notare e che centri i tuoi obiettivi di business, parti dalle domande giuste!
Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia (chi se la scorda!), si torna a parlare di fiere. Questi eventi possono rappresentare un’ottima opportunità da sfruttare per avviare nuovi canali, per lanciare un nuovo prodotto o un rebranding della tua corporate identity. Insomma, sono uno strumento utile per amplificare l’immagine e la percezione del tuo brand, e aprire nuove opportunità per il tuo business.
La fiera è un tassello importante all’interno di un piano marketing e di branding, per questo lo stand va curato nei minimi dettagli.
Nei progetti di comunicazione che abbiamo curato per alcuni nostri clienti del settore food, abbiamo contribuito a realizzare stand per importanti fiere come il Sigep, Host o Cibus. Aver ideato la loro immagine coordinata ci ha permesso di realizzare un progetto che rispecchiasse pienamente le esigenze del/della cliente.
Magari questa è la prima fiera a cui la tua azienda decide di partecipare, per cui partiamo dall’inizio: farsi le domande giuste.
Prima di passare all’ideazione è importante chiedersi:
– Chi è il pubblico con cui interagirai? Quali sono le sue aspettative?
– Cosa vuoi comunicare?
– Quali sono i tuoi obiettivi commerciali?
– In cosa consiste l’attività? Per esempio, prevede dimostrazioni pratiche?
Come sappiamo, partecipare ad un’importante fiera con un proprio stand ha costi molto alti, tra affitto dello spazio, progetto, allestimento, personale, spostamenti, gadget. Lo spazio deve fare in modo che le persone, sia clienti che potenziali partner commerciali, si avvicinino ma possano anche trovare uno spazio facilmente fruibile, in base agli obiettivi dati. Solo così puoi massimizzare il ritorno sull’investimento.
Ma come si ottiene uno stand che si distingua?
Ogni azienda ha una brand identity, progettata in modo tale da essere diversa dalle altre. L’identità di marca è fatta di elementi visibili, come lo stile delle immagini, i font, i colori, il logo, l’iconografia; di elementi verbali come il nome, il tono di voce e il linguaggio; di elementi interattivi e sensoriali, che rientrano nel più ampio concetto di brand experience. Tutto questo contribuisce a creare una visual brand identity unica.
Della sua importanza e di come abbiamo lavorato per creare quella di alcuni nostri clienti, abbiamo parlato in questo articolo.

La grafica presente in uno stand da fiera ha un ruolo chiave, è lo strumento attraverso il quale comunichi il tuo brand al pubblico.
Per questo per i/le nostrз clientз ci siamo occupate del look&feel degli stand mantenendo coerenza con la loro visual brand identity in stretta collaborazione con gli studi di architettura che si occupano degli aspetti tecnici e della parte progettuale dello stand e instaurando con loro un rapporto sinergico indispensabile per garantire la buona riuscita del progetto.
Il nostro punto di forza, costruito in anni di esperienza, è collaborare con studi da noi selezionati e con i quali creiamo delle partnership per offrire un servizio completo al/alla cliente
Lavoriamo da anni con studi che abbiamo attentamente selezionato, ma anche con quelli scelti dal/dalla cliente. Collaborare e adottare un principio di causalità (cioè cosa possiamo fare noi perché tutto fili liscio?) sono mindset indispensabili per una buona riuscita.

Siamo convinte che la progettazione efficace di uno stand fieristico sia frutto di un felice lavoro in tandem tra studio di architettura e agenzia di comunicazione.
Il miglior stand possibile è quello che risponda agli obiettivi aziendali e che promuova il tuo brand attraverso un uso intelligente dell’immagine aziendale.
Di fatto, la prima cosa che si nota all’interno di un padiglione è l’immagine che l’azienda mostra di sé attraverso l’architettura dello stand in combinazione con la grafica corporate. Niente può essere lasciato al caso, sia dal punto di vista estetico che funzionale (ogni cosa, anche la singola presa, si paga in fiera, per questo è importante evitare imprevisti).
Come abbiamo lavorato noi: la case history di Macchiavelli Group.
Come abbiamo detto, quando un’azienda decide di partecipare ad un evento fieristico lo fa con diversi obiettivi di marketing.
Il primo punto fondamentale, che vede cliente, agenzia e studio di architettura lavorare in stretta sinergia, è comprendere qual è l’obiettivo per cui l’azienda è presente in fiera.
Ad esempio, nel caso del nostro cliente Macchiavelli Group, che nel 2019 ha partecipato ad HOST, fiera mondiale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza, l’obiettivo era quello di presentare la nuova capsula compostabile alla propria clientela b2b.
In questo articolo puoi vedere la visual brand identity che abbiamo creato per Macchiavelli Group e che è stata la base di partenza anche per il progetto dello stand fieristico.

Le tre fasi di lavoro
FASE 1: il moodboard
Come agenzia, il nostro primo compito è stato quello di trasferire allo studio di architettura tutti gli elementi dell’immagine coordinata del brand, raccontando anche la vision e la mission.
Attraverso un moodboard, in cui è descritta l’identità visiva del brand, si danno indicazioni sul logo (i suoi colori, la dimensione minima, il suo uso su fondi diversi), il payoff (quando usarlo, la proporzione tra logo e payoff), i colori istituzionali e le combinazioni cromatiche consentite, i caratteri da usare online e offline, l’immagine fotografica.
Questi sono elementi indispensabili perché lo studio di architettura possa realizzare una prima bozza del layout dello stand.
Fase 2: la bozza del layout
Dopo questa prima fase, lo studio di architettura presenta una prima bozza in 3d del layout dello stand fiera, dove viene presentata la suddivisione degli spazi, le misure, gli ingombri e una stima di costi di realizzazione della struttura e delle stampe.
Questa prima bozza tiene conto delle caratteristiche dello spazio a disposizione fornite dalla fiera, della brand identity e degli obiettivi funzionali dello stand: nel caso di Macchiavelli era importante avere, ad esempio, uno spazio organizzato all’erogazione del caffè, così che i/le buyers potessero testare la capsula, degustando la qualità della bevanda erogata, oltre ad un’esposizione prodotto chiara che valorizzasse tutta la gamma.
Fase 3: grafica coordinata
Nella terza fase, dopo l’approvazione del progetto architettonico dello stand, ci siamo occupate di vestirlo con le grafiche dedicate, creando la veste perfetta con i contenuti a parete “a misura” e le pannellature in scala.
Anche in questa fase abbiamo lavorato a stretto contatto con lo studio di architettura, perché è importante che la funzionalità si sposi con l’immagine visiva.
Solitamente ci occupiamo anche di realizzare tutti i materiali promozionali presenti nello stand fiera: totem, espositori, cataloghi, depliant, packaging, shopping bag, gadget.
Se c’è bisogno di lanciare la presenza in fiera su altri canali, possiamo seguire la strategia sui social, ed eventualmente anche l’attività di ufficio stampa, contattando le riviste di settore.

3 benefici del lavoro in tandem
Lavorando in stretta sinergia con gli studi di architettura si ottengono 3 benefici:
- il rispetto delle tempistiche e del budget prestabilito per il progetto. Nelle fiere ogni variazione ha costi molto alti, per questo studiare tutto in fase progettuale garantisce di evitare gli imprevisti;
- realizzare uno stand che rispecchi pienamente l’immagine coordinata del brand, così che non sia solo bello visivamente ma anche funzionale agli obiettivi preposti;
- essere riconoscibili: gli stand in fiera sono tantissimi, la forza di una visual brand identity coerente è l’elemento che permette di emergere.